Ma ti ricordi quando, di mattina prestissimo, andavamo in spiaggia a fare colazione da Lorenzo?
Quell’aria sottile, quella luce incredibile, e noi seduti a quel tavolino minuscolo col nostro primo caffè della giornata. Lo sguardo rivolto verso il mare.
La spiaggia vuota, e noi a goderci in silenzio, pieni di emozione, quelle preziosissime ore prima della folla in riva al mare.
E ti ricordi quelle sere in bici in riva al lago?
Ad attraversare il parco sul lungo lago ormai deserto, dopo che tutti i turisti della domenica se ne erano andati, tornati al caldo della città.
A fermarci lì sulla ciclabile, nell’ora in cui quell’azzurro così azzurro diventava piano piano blu, sempre più scuro.
A vedere le luci sull’altra sponda accendersi una per una, come piccole stelle sulle montagne.
E noi, per goderci ancora qualche ora di fresco, a tornare alla nostra casetta al lago, dormire abbracciati appena qualche ora, e ripartire per la città la mattina dopo molto prima dell’alba.
A cominciare la settimana arrivando in ufficio il lunedì alle sette e mezza. Ma tanto riposati.
E ti ricordi gli incredibili spazi africani? Le impressionanti maree di fine settembre?
Ti ricordi com’eravamo?
Qualche mese fa mi hai detto “Guarda, guarda come ci siamo ridotti. Così giovani e così provati, così stanchi. Così…”
Già, così tante ma tante cose passate insieme. Così tante prove.
Eri in uno dei tuoi rari momenti di sconforto, le notizie non erano state buone per te in quei giorni, e a fianco avevi pur sempre una giovane moglie malata di cancro.
Perché tante cose tutte insieme? Ce lo siamo chiesti ben poche volte. Uno spreco di energie nelle nostre giornate già tanto faticose.
Negli ultimi tempi – ma non te l’ho mai detto…. – ho spesso pensato che se il nostro sentimento non fosse stato così forte, ci saremmo persi tanto, tantissimo tempo fa.
Alle prime avvisaglie di tempesta. Alle primo grosse gocce di temporale.
Invece no.
Ammaccati, provati, stanchi. Ma siamo ancora qui.
Ancora sorridenti, ancora pieni d’affetto, ancora estasiati davanti ai nostri figli, a chiederci stupiti come abbiamo fatto a creare due miracoli simili.
A sentirci ancora le persone più fortunate del mondo.
Ancora mano nella mano nel sentiero che porta su fino al parco giochi.
Ancora pieni di progetti e di entusiasmo.
Tutti diversi, ma siamo qui.